“L’amore di Alda per la musica è sempre stato molto profondo: era scritto nel suo dna e, soprattutto, era connaturato alla suo modo di esprimersi”.
Così Giovanni Nuti, ha voluto presentare “Il canzoniere di Alda Merini”, un eccezionale cofanetto che contiene l’intera produzione in musica della poetessa milanese, raccolta in 16 anni di collaborazione e in uscita il 20 ottobre. L’opera verrà presentata il 23 al Sistina, con la partecipazione, tra gli altri, di Renzo Arbore, Simone Cristicchi e Peppe Barra.
Se avesse voluto, sarebbe potuta diventare anche una grande cantautrice?
Credo di sì, perché, oltre alle ovvie capacità liriche, era brava ad improvvisare e al piano. E poi, anche se lei diceva l’esatto contrario, aveva una voce meravigliosa, espressiva. Senza dimenticare una gran cultura che andava dalla classica fino a Dalla e Celentano.
Come era il vostro rapporto?
Unico. Prima di andarsene, mi ha lasciato “le sue impronte su questa terra”, cioè il compito di diffondere le sue opere. Non per tenere in vita la sua fama, ma per trasmettere la sua anima, per far sì che la sua poesia potesse servire agli altri, soprattutto ai giovani, per trovare una propria serenità, un proprio equilibrio.
Il cofanetto vede la partecipazione di un’autentica parata di stelle: Milva, Concato, Ruggeri, Cammariere, Monica Guerritore. C’è qualche nome che le è sfuggito?
No, sono soddisfatto di aver messo insieme 29 talenti, tutti di gran cuore e tutti innamorati della più grande poetessa del ‘900.
